IL CADAVERE IN BICICLETTA


di Riccardo Pazzaglia
regia Massimiliano Pazzaglia
con Massimiliano Pazzaglia, Angelo Sorino, Gioia Montanari, Priscilla Micol Marino, Francesco Rossini, Mariapaola Tedesco
scene Erika Cellini

(dall’intervista a Massimiliano Pazzaglia su Dario Flaccovio Magazine: “Il cadavere in bicicletta di Pazzaglia approda in teatro”)

Mettere in scena i testi scritti da mio padre è stata per me una sfida avvincente. Ho cominciato l’anno scorso con “Assassini puntualissimi” per poi proseguire quest’anno con “Il cadavere in bicicletta“. Nascevano entrambi come racconti scritti per la radio e sono andati in onda parecchi anni fa. Quando mio padre era ancora in vita, gli parlai di questa mia intenzione di portarli sul palcoscenico».

Massimiliano Pazzaglia, regista e attore di teatro, figlio di Riccardo – uno dei più originali e apprezzati scrittori umoristi italiani, scomparso qualche anno fa – racconta al sito thefilmseeker.it l’esperienza di rappresentare testi scritti dalla geniale penna del padre.
“Il cadavere in bicicletta”, ultima opera di Riccardo Pazzaglia pubblicata nel 2006 (Dario Flaccovio Editore, con illustrazioni di Jacovitti) che, per un tragico scherzo della sorte, l’autore non fece in tempo a vedere pubblicato, è stato rappresentato al teatro “Le Sedie” di Roma per la prima volta: nel duplice ruolo di regista e attore, proprio Massimiliano Pazzaglia.

«”Il cadavere in bicicletta” – prosegue l’artista – è una raccolta di racconti la maggior parte dei quali inediti, che ruotano attorno al gioco della sconsacrazione del romanzo poliziesco inglese. Tutto viene raccontato in chiave surreale, con il tipico humor che contraddistingueva lo stile di mio padre. Gli piaceva ribaltare i ruoli dell’investigatore, dei sospettati e dell’assassino; attribuiva ai suoi protagonisti nomi presi dalla storia e dalla letteratura inglese, sviluppando intrecci di incredibile fantasia.

Ne “Il cadavere in bicicletta” sono, ad esempio, l’ispettore Charles Dickens e il suo collega Isaac Newton a trovare un cadavere nel proprio ufficio di Scotland Yard, in una giornata così nebbiosa da rendere difficile anche vedere da una parte all’altra della scrivania. “Creare una drammaturgia per testi di questo tipo e metterli in scena, con attori che prestassero all’opera anche il proprio corpo e non più soltanto la voce, è stata un’operazione creativa molto interessante, così come assistere al risultato e vedere i personaggi immaginati da mio padre muoversi in carne e ossa sul palcoscenico».

E prosegue: «Credo che mio padre per primo si divertisse molto a scrivere questi racconti. Uno in particolare mi faceva molto ridere: “Visita di Satana nel collegio dei frati neri”, il capitolo intitolato “Contorta storia di una madre contorsionista”. L’ispettore Clackson, nel corso di un’indagine, si reca a trovare la mamma di una donna uccisa e la trova su un tavolo attorcigliata su se stessa, perché fa la contorsionista, e la ascolta raccontare una storia assolutamente astrusa e surreale”».

Ma per quale motivo Massimiliano Pazzaglia ha voluto riprendere questi testi? «Ricordare mio padre – spiega – è certamente la ragione più importante che mi ha spinto a intraprendere quest’impresa creativa. Mi sarebbe piaciuto che lui assistesse a questa trasposizione dalla radio al libro e dal libro al teatro. Dal momento che è venuto a mancare, tuttavia, esso assume ancor di più valore di memoria, anche in seguito all’uscita di questo ultimo libro, del quale lui non ha potuto parlare né curare la promozione in giro per l’Italia, come faceva abitualmente. Portando in scena “Il cadavere in bicicletta” e “Assassini puntualissimi” è come se avessi contribuito a divulgare in parte la sua ultima fatica, augurandomi che la gente abbia voglia di leggere il libro per intero».

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