di Francesca Biancat
con Massimiliano Pazzaglia, Gioia Montanari, Alberto Mosca, Pierpaolo Saraceno
regia Francesca Biancat e Andrea Pergolari
scene Azzurra Usai
I libri sono una fonte di saggezza, perché aprono prospettive mentali inaspettate: il loro uso può essere perciò variamente pericoloso: in Fahrenheit 451 , di Bradbury, i vigili del fuoco bruciano i libri perché leggerli è reato, in Libri da ardere, della Nothomb, i libri vengono bruciati per istinto di sopravvivenza. Anche nelle due storie che si intrecciano in questo spettacolo i libri sono i protagonisti assoluti. La macchina inventastorie è la storia di una macchina che sforna libri fatti in serie che non poteva che produrre una storia altrettanto bislacca e paradossale sul mondo dei libri: un libraio che fa dei libri uno strumento di ricchezza. L’azione si svolge in un tempo e in un angolo del mondo non ben definiti. Questa macchina potrebbe essere stata inventata nel nostro passato o potrebbe essere brevettata in un futuro non troppo lontano: in entrambi i casi dà qualcosa da pensare e da temere. Quand’è che i libri smetteranno di essere fonte di cultura e conoscenza, archivi di memoria e di storia, depositari del libero pensiero? O hanno già smesso di esserlo e noi non ce ne siamo nemmeno accorti? Ma forse non è detto che i libri siano destinati a morire. Eppure il nostro passato e il nostro presente non sono certo più rassicuranti di ciò che hanno inventato scrittori come Ray Bradbury o la Nothomb: il 10 maggio 1933 a Bebelplatz i nazisti bruciano 25.000 volumi: forse i libri possono avere la forza di far pensare e quindi essere pericolosi? In America, invece, da qualche anno si assiste alla scomparsa dei classici dagli scaffali delle biblioteche, per fare spazio ai bestsellers più in voga del momento: forse i libri hanno una data di scadenza? Forse il futuro che ci aspetta è ancora meno rassicurante. L’unica cosa veramente rassicurante è che ognuno di noi ha un cervello e possiamo continuare a pensare, perché “il pensiero è come l’oceano, non lo puoi bloccare, non lo puoi recintare”. O forse ci stanno bruciando anche il mare?