LA CANTATRICE CALVA

con Edoardo Ciufoletti, Francesco De Laurenzi, Gioia Montanari, Valentina Pacchiele, Angelica Pula, Stefano Sarra
regia Andrea Pergolari
musica Federico De Antoni
scene Erika Cellini
aiuto regia Carlotta Guido

Questo atto unico del 1950, doveva intitolarsi L’anglais sans peine (L’inglese senza fatica), e in questo modo sarebbe stato più evidente il legame di questo capolavoro del teatro dell’assurdo con l’umorismo di Achille Campanile e del suo Manuale di conversazione. Due coppie inglesi, su altrettante poltrone inglesi, in una perfetta serata inglese. Quelle che nasce non è soltanto una satira sulle convenzioni del linguaggio e quindi sulla quotidianità borghese: “Il ritratto dell’umanità che Ionesco ci offre non si presenta, se non in minima parte, come pittura e critica di costume […] La sostanza è molto più impegnativa e tormentosa […]: la ricerca del senso e del perché della vita”.
La regia, conservando un’impostazione realistica nella messinscena fa emergere al massimo grado l’assurdo di ogni situazione: nel linguaggio, nell’atteggiamento, nei dialoghi tra i personaggi, fino alla dissoluzione finale di ogni logica.

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